“…acqua di mare, quest’uomo dipinge il mare con il mare” (Baricco, “Oceano mare”). Fra le tante frasi belle, profonde e legate all’arte del dipingere il mare, quella che mi è, subito, venuta in mente, nel guardare i dipinti di Romano, è proprio questa. Si, Romano ha dipinto “il mare con il mare”, pur non avendolo dipinto del tutto. A farlo chiama in causa il fruitore, rendendolo partecipe nel completare il lavoro e, il fruitore, lo fa con la propria idea che ha del mare, con i colori, i sapori e la musica che ad esso associa da sempre. Se, poi, guardiamo la sua opera “Il furto di Rebecca” non possono non venirci in mente i due dipinti che il pittore belga René Magritte realizzò con il titolo de “La condizione umana”. Magritte e Romano giocano con la/sulla percezione della realtà. Magritte mise “di fronte a una finestra, vista dall’interno d’una stanza, un quadro che rappresentava esattamente la parte di paesaggio nascosta alla vista del quadro”. Qui, invece, la porzione “rubata” da Rebecca si trova sfalsata rispetto all’orizzonte, lasciando il vuoto/bianco nella parte occupata precedentemente. Ma Romano fa di più: Rebecca è, contemporaneamente, dentro il quadro e dentro il quadro nel quadro. Tutto è risolto, come in Magritte, in maniera foto-grafica. Resta il vuoto di quel piccolo rettangolo bianco, unico baluardo rimasto a dirci che quella che stiamo vedendo non è la realtà, bensì una realtà dipinta (“E’ così che vediamo il mondo: lo vediamo come al di fuori di noi anche se è solo d’una rappresentazione mentale di esso che facciamo esperienza dentro di noi” – Magritte). Un baluardo, infine, che sembra volerci dire che tutto ebbe inizio semplicemente da una tela bianca.
GIACOMO CUTTONE
"....vi sono anche partecipazioni di natura simbolica che fanno spesso da riscontro a quel suo realismo immaginato, ove all’aspetto immaginato delle cose, si aggiunge un palpabile segno di attesa, come l’avvertimento verso qualcosa che accadrà e di cui sono percepibili deboli segnali di inquietudine…”
ANTONINO LIBERTO
“… C’è, sotto sotto, un mondo prezioso, ovattato da scoprire e da proteggere dove il tempo sembra essersi fermato e dove l’artista riesce a far navigare la sua sensibilità e la sua fantasia, fatte a volte di immagini strane e bizzarre, è vero, ma che in fondo costituiscono i valori plastici del quadro, capaci di pervenire ad un discorso unitario e coerente. E quando, in alcune esperienze, “esce” all’aperto per “respirare” una luce nuova, pur tuttavia la presenza di taluni elementi “spia” lo riconducono sempre al suo caro, intimo” interno”...”
SILVIO FRATELLI
“.., condotte tutte con precisa cultura artistica e serietà di intenti, Romano si presenta oggi con rinnovata veste pittorica. La scenografica composizione, ove natura, ambiente e uomo evocano un mondo fatto di amarezze e disillusioni, è pregnata di una nuova luce che dà più ampio respiro alle cose…”
THEO RALLO
“…Questi suoi lavori sono il risultato di una passione studiata profondamente pur rimanendo sempre aperta alle diverse scoperte; sono il risultato di un colloquio che Romano in maniera personalissima ha svolto fra la natura e il suo spirito…”
ROSA RUBINO